Prendendo spunto dal libro "Martino e le stelle", scritto da Raffaele Pansini, un grande amico e compagno di Martino durante la prima parte della campagna di Russia, ricostruiamo le vicende che sono successe prima dell'inizio della scrittura di questo diario.
Martino, dopo la campagna in Albania effettua l'addestramento per la campagna di Russia, tra il marzo e il luglio 1942.
Nel luglio 1942 vengono inseriti nelle compagnie alpine 600 ufficiali di prima nomina, classi 1920 e 1921, studenti universitari arruolati volontari per reintegrare i caduti della campagna albanese, tra i quali Pansini.
Il 27 maggio 1942, insieme agli alpini della divisione Tridentina, ovvero il quinto e il sesto reggimento alpini, sfila a Torino di fronte al re, prima della partenza verso il fronte ucraino, che avviene in treno dalla stazione di Torino Porta Susa il 26 luglio 1942.
Il percorso, fatto in treno, attraversa Austria, Germania e Polonia, attraversando Monaco, Lipsia, Varsavia, Minsk, Gomel.
A Kartzischki Martino e Raffaele attendono due settimane l'arrivo del resto della divisione tridentina. Con una marcia notturna di 48 km arrivano a Rykovo. Ancora qualche giorno di marcia (in media una 30ina di km al giorno) porta il battaglione vestone a Voroscilovgraad, dove tramite trasporto su camion viene portato a Millerovo.
Qui il battaglione viene schierato come eventuale forza di contrattacco in supporto alla Divisione Pasubio, nella zona di Karinoskaja, poi di suppoto al 179° reggimento di fanteria tedesco, impegnato nel contenimento di un attacco russo dal Don. Senza entrare in battaglia viene comandato il rientro a Millerovo, dove Martino può riposare dopo quasi due giorni di veglia ininterrotta, viaggi in camion e preparazione di strutture difensive e di contrattacco.
Il battaglione Vestone viene poi coinvolto nella battaglia di Kotowskji, testa di ponte a occidente del Don, creata dopo giorni di battaglia dall'armata Rossa a causa del crollo della Divisione Sforzesca, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre del 1942.
Dopo aver ricomposto i battaglioni dispersi a causa della battaglia (molti effettivi erano stati dati per dispersi, salvo poi ritornare dopo qualche giorno), il fronte viene lasciato a un reggimento di soldati rumeni, e viene disposto il trasferimento della divisione all'estremità nord del fronte.
Il trasferimento avviene attraverso marce forzate, in media 30 km al giorno, dal primo mattino a mezzogiorno circa, attraversando anche villaggi che sono stati teatro delle battaglie dei giorni precedenti e dove sono anche sepolti molti alpini caduti.
La divisione tridentina si pone quindi sul fianco sinistro del fronte tenuto dall'armata italiana, a contatto con gli ungheresi che occupano il fronte ancora più a nord.
Cominciò quindi la preparazione delle difese, sia per i possibili attacchi dei russi che del famoso "Generale Inverno". L'illusione era che l'inverno potesse passare sostanzialmente mantenendo le posizioni.
E dopo qualche giorno si arriva alla fatidica data dell'inizio dei diari.
giovedì 29 novembre 2012
domenica 18 novembre 2012
Presentazione
Qualche anno fa, riordinando un vecchio armadio a casa della nonna, è stato trovato qualche blocchetto dall'aspetto sdrucito.
E ne aveva ben donde: erano i diari di mio nonno, Martino Occhi, Tenente (poi Capitano) degli Alpini, nella 53 compagnia Felina, del battaglione Vestone del sesto reggimento alpino, classe 1918.
Si riferiscono a due periodi importanti della seconda guerra mondiale: la ritirata dalla Russia, durante l'inverno degli anni 1942-1943, e la prigionia che è cominciata dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Dopo averlo trascritto (il lavoro è stato fatto principalmente da mia zia Emilia e mia sorella Carla, che ringrazio) e averlo conservato e condiviso in maniera più o meno casuale, è nata l'idea di condividerlo in modo più ordinato.
Le motivazioni principali per la scelta della pubblicazione possono essere trovate nella scarsa conoscenza da parte dei giovani rispetto all'esperienza della Seconda Grande Guerra che, nonostante la quantità di libri e di diari già pubblicati (partendo da "Il Sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern, fino a "Se questo è un uomo" di Primo Levi), resta sconosciuta ai più.
Un'altra motivazione si può trovare in questa riflessione, che ho condiviso con Beppe Severgnini in occasione della giornata della memoria di qualche anno fa.
Non solo, ma questo serve a rimarcare ancora una volta quanto la nostra vita sia, non solo il frutto, ma anche completamente diversa dalla vita di un giovane di solo settant'anni fa: ciò che ha "composto" i miei 25 anni è completamente diverso da quello che ha caratterizzato la vita di una generazione di 20-30enni protagonisti del periodo della Seconda Guerra Mondiale, tra cui mio nonno.
Non ho avuto il piacere di conoscere mio nonno, e, una serie di sfortunate coincidenze ha fatto in modo che lui morisse nel giorno in cui mia mamma ha avuto la conferma di essere incinta. Questo diario è stato per me il modo di entrare in contatto una persona che non ho potuto conoscere, di cui molti (se non tutti) mi parlano bene, e mi piace condividere questa conoscenza nella speranza che questo possa allungare la memoria di quei fatti e di quelle persone.
Però non ho voluto seguire le strade "classiche" della pubblicazione di un diario di questo genere, perché secondo me hanno un grosso limite: si rivolgono per forza solo al pubblico degli appassionati, che sono una comunità piuttosto ristretta. Non solo, i costi di pubblicazione limitano per forza di cose la diffusione a un pubblico più ampio e la difficoltà nel reperimento di una ristampa a distanza di anni restringe la disponibilità dell'opera nel tempo.
Quindi la scelta è caduta sulla pubblicazione in formato digitale e in particolare nella forma di questo blog.
La scelta del blog deriva principalmente dalla forma letteraria dell'originale, il diario. Non solo, ma sono pochi i giorni in cui non viene scritto nulla e questo aiuta a mantenere un certo ritmo narrativo e a creare un po' di suspance che non guasta mai.
Il primo diario comincia il 16 dicembre 1942, a pochi giorni dalla decisione di ripiegare dal fronte del Don.
L'idea è di pubblicare i pensieri giorno per giorno, a 70 anni esatti dalla loro scrittura.
Appuntamento quindi al 16 dicembre 2012!
E ne aveva ben donde: erano i diari di mio nonno, Martino Occhi, Tenente (poi Capitano) degli Alpini, nella 53 compagnia Felina, del battaglione Vestone del sesto reggimento alpino, classe 1918.
Si riferiscono a due periodi importanti della seconda guerra mondiale: la ritirata dalla Russia, durante l'inverno degli anni 1942-1943, e la prigionia che è cominciata dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Dopo averlo trascritto (il lavoro è stato fatto principalmente da mia zia Emilia e mia sorella Carla, che ringrazio) e averlo conservato e condiviso in maniera più o meno casuale, è nata l'idea di condividerlo in modo più ordinato.
Le motivazioni principali per la scelta della pubblicazione possono essere trovate nella scarsa conoscenza da parte dei giovani rispetto all'esperienza della Seconda Grande Guerra che, nonostante la quantità di libri e di diari già pubblicati (partendo da "Il Sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern, fino a "Se questo è un uomo" di Primo Levi), resta sconosciuta ai più.
Un'altra motivazione si può trovare in questa riflessione, che ho condiviso con Beppe Severgnini in occasione della giornata della memoria di qualche anno fa.
Non solo, ma questo serve a rimarcare ancora una volta quanto la nostra vita sia, non solo il frutto, ma anche completamente diversa dalla vita di un giovane di solo settant'anni fa: ciò che ha "composto" i miei 25 anni è completamente diverso da quello che ha caratterizzato la vita di una generazione di 20-30enni protagonisti del periodo della Seconda Guerra Mondiale, tra cui mio nonno.
Non ho avuto il piacere di conoscere mio nonno, e, una serie di sfortunate coincidenze ha fatto in modo che lui morisse nel giorno in cui mia mamma ha avuto la conferma di essere incinta. Questo diario è stato per me il modo di entrare in contatto una persona che non ho potuto conoscere, di cui molti (se non tutti) mi parlano bene, e mi piace condividere questa conoscenza nella speranza che questo possa allungare la memoria di quei fatti e di quelle persone.
Però non ho voluto seguire le strade "classiche" della pubblicazione di un diario di questo genere, perché secondo me hanno un grosso limite: si rivolgono per forza solo al pubblico degli appassionati, che sono una comunità piuttosto ristretta. Non solo, i costi di pubblicazione limitano per forza di cose la diffusione a un pubblico più ampio e la difficoltà nel reperimento di una ristampa a distanza di anni restringe la disponibilità dell'opera nel tempo.
Quindi la scelta è caduta sulla pubblicazione in formato digitale e in particolare nella forma di questo blog.
La scelta del blog deriva principalmente dalla forma letteraria dell'originale, il diario. Non solo, ma sono pochi i giorni in cui non viene scritto nulla e questo aiuta a mantenere un certo ritmo narrativo e a creare un po' di suspance che non guasta mai.
Il primo diario comincia il 16 dicembre 1942, a pochi giorni dalla decisione di ripiegare dal fronte del Don.
L'idea è di pubblicare i pensieri giorno per giorno, a 70 anni esatti dalla loro scrittura.
Appuntamento quindi al 16 dicembre 2012!
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