lunedì 31 dicembre 2012

31 dicembre 1942

Nulla di notevole, ultimo la baracca finalmente ora starò un po’ comodo ed al caldo. Nulla di speciale nel mio settore. Il Sergente Battini cade nel camminamento e si lussa una gamba. Speriamo torni presto il mio braccio destro. I paisi stan bene così mi dicono per telefono.
D’ora innanzi mi chiamo Rasi. Salò era troppo simpatico e di alpino non aveva nulla. Rasi discesista azzurro.
I Russi chiamano gli alpini briganti e ci temono. Veramente possiamo affermare di essere i migliori soldati del mondo in combattimento. Vedi quelli del Cervino attaccati ai carri armati tedeschi con gli sci vanno all’assalto. Quelli della Julia si difendano a bombe a mano dalle torrette dei carri armati e son ben tre volte in un giorno all’assalto e rimediamo al disonore della buffa, questa volta ben due divisioni “Casseria e Ravenna” fanno cikaj (scappano) povera Italia se non avesse i saldi e ferrati scarponi. Ultime ore del 42 sono alquanto movimentate. Un pattuglione si presenta davanti alla 55^ riesce a portar via un alpino e muore Ten. Sarpi e due alpini da scariche di parabellum. Subentra un fortissimo duello di artiglierie, fortunamente i loro van tutti a vuoto.

domenica 30 dicembre 2012

30 dicembre 1942

I ns. mortai continuano l’aggiustamento loro rispondono col 152 e prendono in pieno un ns. rifugio. Fusi Giovita vittima sul campo, il miglior scarpone della compagnia, Contrini Remo ferito gravemente muore andando all’ospedale. Vivenzi Italo pure ferito grave ma sembra sicura la vita. Sergenti Alberti e Sonetti Rino nello stesso rifugio rimangono illesi. E’ vero che è guerra e quando meno si aspetta capitano. Noi tiriamo avanti e speriamo che Dio ce la tenga sempre ritta sul ns. capo la sua voliva mano.

sabato 29 dicembre 2012

29 dicembre 1942

Tempo ottimo giornata fantastica. Giunge un terzo Ufficiale di fanteria ad imparare un po’ come vivono gli scarponi. Ma son tutti uguali. Alla sera si fa un prigioniero in condizioni miserrime come stato accusa fame. Età 44 anni non c’è male, piedi congelati.

venerdì 28 dicembre 2012

28 dicembre 1942

Continua la calma. Arrivano vicino ad una postazione due colpi da tubo da 82. Una pattuglia dell’Edolo va nelle loro linee e non trova nessuno. Se si continua così anche la prima linea diventa simpatica, purché arrivi però la stufa.

giovedì 27 dicembre 2012

27 dicembre 1942

Un altro ufficiale di fanteria pernotta con me. Ma cose ne fa l’Italia di certa gente? Tiro d'aggiustamento dell'artiglieria di fanteria. Ci vogliono gli alpini per riuscire a combinare qualcosa di buono, Montecarlo Mario.

mercoledì 26 dicembre 2012

26 dicembre 1942

Tempo rigido e stellato di notte, alla sera arrivano vicino alle mie postazioni una ventina di colpi del ragno da 50 senza alcun risultato.

martedì 25 dicembre 2012

25 dicembre 1942

Dal tempo mite si passa a quello rigidissimo. Le mie armi funzionano però ugualmente di questo ne sono contentissimo. Natale di guerra passato in sana allegria e benone con i miei colleghi ufficiali della Felina ex Malintesa. Tre fiaschi di vino e tre bottiglie calmano ogni ns. deficienza, ci siamo accontentati di poco e ci siamo tanto divertiti.

lunedì 24 dicembre 2012

24 dicembre 1942

Vigilia S.Natale giornata calma. Le ns. artiglierie aggiustano il tiro. Nel retro si ha paura, notte d’allarme quindi, ma i Russi non si fanno vedere. Al mattino una pattuglietta fugge appena avvistata. S.Messa e comunione unitamente a tutti gli scarponi del mio settore nella mia nuova baracca.

domenica 23 dicembre 2012

23 dicembre 1942

Comincia il freddo, un mio alpino (Massari Francesco) va all’ospedale con un piede congelato. Lavori per la costruzione della nuova baracca. Là starò senz’altro al meglio. I topi non mi lasciano in pace.

sabato 22 dicembre 2012

22 dicembre 1942

Nulla di notevole, tempo mite. Fanga a più non posso i camminamenti diventano quasi impraticabili. Meglio il tempo rigido. Il Don fa affiorare le sue acque così i Russi non verranno a romperci le scatole per il S. Natale.

venerdì 21 dicembre 2012

21 dicembre 1942

Tempo sempre calmo. Mi occorrono un mucchio di cose e materiali ma pochissimo mi arriva. Speriamo che i russi ci lasciano in pace. Passa la notte con me un ufficiale di fanteria. Povera Italia ha freddo a stare al fuoco. E’ di Roma.

giovedì 20 dicembre 2012

20 dicembre 1942

Sempre ovunque calma, arrivano 2 colpi da tubo (mortaio 81) sono però corti. Termino la postazione della caterina (mitra breda). Ora costruirò la mia “villa”. Arriva a trovarmi il paiso Zampatti Clemente, come si vedono volentieri dopo tanto tempo che non incontro un Vezzese. Quante cose abbiamo raccontato.

mercoledì 19 dicembre 2012

19 dicembre 1942

Si riconosce e si fa confidenza con la linea. I reticolati son tutti a posto ed in gamba. Riconosco la via d’uscita in mezzo alle mine. Filo corrimano. Speriamo che non faccia scorrere qualcosa altro. A questa fine preferirei che un colpo nemico mi prendesse in piena fronte. Mio predecessore S.Tenente Gamba Brescia Via Moretto 65 – B.T.G. Val Cismon 277 Comp. P.M. 202.

martedì 18 dicembre 2012

18 dicembre 1942

Dopo una mattinata calma porto la Compagnia in linea. Buona impressione. Zona calma, lavori ce ne sono abbastanza. Cambio il settore centrale della 77^ Compagnia. A sinistra Nasari a destra Fugalli. Salò sarà la mia abitazione. In realtà c’è un po’ di differenza. Comunque sembra Aleacher.

lunedì 17 dicembre 2012

17 dicembre 1942

Dopo una notte di lavoro per i preparativi ore 5,30 si parte Km. 35. Giornata bella ma rigidissima prollo al ghiacciaio. Addio festoni a Natale. Mi si gela il fazzoletto da naso in tasca. Per strada trovo il Bonavetti Giacomo Monalì ben sistemato alla base dell’Edolo. Si arriva in un bosco, notte rigida in un bosco. Impressione buona per il nuovo fronte.

domenica 16 dicembre 2012

16 dicembre 1942

Giornata calma, temperatura media. Alle 5 arriva improvviso un ordine di trasferimento su di un nuovo fronte. La fanteria cichaj come al solito (Cosseria). Gli scarponi van a tamponare. Noi sostituiamo un B.T.G. Julia Val Cismon

sabato 15 dicembre 2012

La seconda guerra mondiale dal 1939 al 1941

Quando Andrea mi ha chiesto di scrivere una breve presentazione degli eventi della II guerra mondiale fino alla campagna di Russia, ho accettato senza problemi. Solo una volta inizianto a scrivere mi sono accorto di quanto questo compito potesse rivelarsi molto più difficile di quanto pensassi. Con questo pensiero, prima di proporvi il mio racconto "in pillole", ecco alcune fonti per chi volesse approfondire un poco e avere un'idea più precisa di quegli anni tragici.

Quarant'anni fa: il mondo in guerra una serie divulgativa degli anni '80 (come intuibile dal titolo), unisce al racconto della guerra, delle strategie e dei mezzi anche il punto di vista di quanti la vissero attraverso numerose interviste. Purtroppo non sono stato in grado di trovarla nelle teche RAI, ma è veramente un'opera divulgativa meritevole.

Correva l'anno: la serie di Minoli, chiaramente per gli anni riguardanti la II guerra mondiale, è un degno sostituto de "Il mondo in guerra", riprendendone in larga parte il formato.

Per un'idea generale degli avvenimenti dal punto di vista politico che portano alla Seconda Guerra Mondiale, raccomando la lettura di Storia internazionale del novecento di Federico Romero, edito da Carocci.

L'inizio (1 settembre - 6 ottobre 1939)
Nel settembre del 1939 la Germania nazista invade la Polonia e ne spartisce il territorio con l'Unione Sovietica: non bastano le differenze ideologiche tra le due nazioni a salvare il piccolo stato. In risposta a questo atto di aggressione Francia e Regno Unito dichiarano immediatamente guerra alla Germania, ma nessun contingente o intervento militare, a sollievo dei polacchi invasi, viene speso. Dopo sole tre settimane, grazie anche alla nuova tattica elaborata dai generali tedeschi della guerra lampo, che cambia drasticamente la velocità di movimento di un esercito. (nota: Il periodo precedente non viene concluso). Non si parla più, come nella I Guerra Mondiale, di centinaia di metri in settimane, ma di chilometri al giorno.

Guerra d'Inverno (30 novembre 1939 - 10 aprile 1940)
Nonostante l'intervento franco -britannico, la guerra non si sposta ancora sul fronte occidentale (tant'è che quei mesi vengono chiamati drolé de guerre, o strana guerra, proprio per l'assenza di conflitti diretti tra i belligeranti); tra l'inverno del '39 e la primavera del '40 invece avvengono l'occupazione di Danimarca e Norvegia, mentre l'URSS invade la Finlandia (una curiosità: è in questo frangente che la bomba Molotov, utilizzata dai finlandesi come arma anticarro, viene così battezzata in onore del ministro degli esteri sovietico).

Colpo di falce (10 maggio – 25 giugno 1940)
Si arriva infine alla campagna di Francia.
Gli strateghi alleati sospettano un attacco attraverso Belgio e Olanda, come era avvenuto nell'estate del 1914, il cosidetto Piano Schlieffen. Il resto dei confini francesi è infatti protetto dalla colossale Linea Maginot, una fortificazione costruita al termine della I Guerra Mondiale, eccetto che in quei punti in cui il terreno è troppo accidentato per far pensare ad un'invasione nemica. Uno di questi punti è la foresta delle Ardenne. Con buona pace delle teorie francesi, i tedeschi riescono ad attraversarle con dei corpi corazzati, e ripropongono la stessa avanzata rapida già sperimentata in Polonia, con risultati disastrosi per l'esercito di Francia. In poco più di un mese la Francia è costretta alla capitolazione.

Lacrime e sangue (10 luglio - 31 ottobre 1940)
Da adesso fino all'estate del 1941 sarà la sola Inghilterra - delle potenze alleate - a dover subire l'assalto tedesco, in quella che è diventata famosa come la battaglia aerea d'Inghilterra, ossia il tentativo da parte della Lutwaffe di guadagnare la superiorità aerea sullo stretto della Manica per consentire un'invasione delle isole inglesi e contemporaneamente di spingere alla resa l'Inghilterra tramite una serie di raid aerei rivolti contro la popolazione civile. Militarmente, è il primo fallimento della macchina da guerra tedesca, e l'unico successo ottenuto propagandisticamente è a favore della Gran Bretagna, che dimostra, sopratutto all'opinione pubblica americana, di non essere sconfitta.

Le decisioni irrevocabili (10 giugno 1940 – 24 marzo 1941)
Con l'attacco alla Francia prossimo ad un finale vittorioso, Mussolini vede ormai la guerra volgere al termine e non è preoccupato dall'inadeguatezza tecnica del Regio Esercito; vuole solo, così riporta Badoglio qualche migliaio di morti per sedere al tavolo della pace. Così il 10 giugno 1940 l'Italia fascista dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna. Dopo una simbolica e inutile campagna sulle Alpi (ma degna di citazione perché vede impegnata una delle divisioni alpine che verranno poi impiegate in Russia, la Tridentina), inizia la Guerra del Deserto, in cui la guarnigione italiana in Libia tenta la conquista dell'Egitto. Ma dopo una controffensiva inglese che arriva fino in Cirenaica, la gestione della Campagna d'Africa passa nelle mani dei tedeschi, in particolare del generale Rommel. Se si vuole ottenere una vittoria italiana, è necessario trovare un altro fronte.

Spezzeremo le reni alla Grecia (28 ottobre 1940 – 23 aprile 1941)
A ottobre del 1940, partendo dall'Albania, suo protettorato, l'Italia invade la Grecia. Ben presto però l'avanzata si trasforma in guerra di posizione sui monti e in una controffensiva greca che conquista gran parte dell'Albania. Ancora una volta è l'alleato tedesco a risolvere la situazione, occupando Iugoslavia e Grecia, in previsione di un prossimo scontro con la Russia. A fine aprile del 1941, L'Europa continentale è nazifascista.

Caterpillar

Gli amici di Caterpillar (che avevo conosciuto qualche anno fa alla festa per il loro decennale a Ponte di Legno), hanno apprezzato questa iniziativa e hanno pensato che fosse carino che io la raccontassi.
Mi hanno intervistato ieri, e la registrazione si può trovare qui (ritagliata dal podcast).

Grazie davvero.

venerdì 7 dicembre 2012

Riflessioni

In queste settimane di attesa per l'inizio della pubblicazione del diario, ho avuto l'occasione di parlare con molte persone di questo progetto, vuoi per farlo un po' conoscere, vuoi anche per avere dei consigli o dei feedback sulla cosa.

Ho trovato molti punti in comune con la storia del nonno, che per anni, rientrato dalla guerra, ha faticato molto a parlare anche con i famigliari, di quel periodo. E come lui molti altri reduci, soprattutto della prigionia, hanno sempre avuto molta difficoltà a condividere queste esperienze.

La motivazione che dava mio nonno, era che le cose che avevano visto e subito non erano concepibili dalla mente umana, percui non pensava che i suoi ascoltatori potessero credergli. Ne parlava invece volentieri con gli altri reduci, quando a volte venivano a trovarlo, proprio perché loro avevano visto e vissuto le stesse esperienze quindi il problema non si poneva.

Un altro aneddoto mi è stato raccontato. Il rapporto con il cibo che mio nonno aveva è stato problematico per molti anni. Non solo raccoglieva ogni briciola di pane dalla tavola, ma nessun cibo, per quanto scarto, poteva essere buttato.
Perché la fame, quella vera, quando ti colpisce, ti segna davvero.

In confronto io sono stato veramente fortunato. Non ho mai patito il freddo, non ho mai patito la fame, non ho mai camminato per decine di chilometri nella neve. Se sono andato lontano da casa, l'ho fatto di mia iniziativa, e nessuno mi ha costretto a viaggi estenuanti ammassato in treni gelati. Nessuno mi ha mai sparato e non ho mai dovuto sparare a nessuno.
Ecco, forse ci siamo dimenticati che anche solo a due generazioni di distanza questa è stata la regola. Questo lavoro è qui anche per ricordare questo.

giovedì 29 novembre 2012

La storia di Martino

Prendendo spunto dal libro "Martino e le stelle", scritto da Raffaele Pansini, un grande amico e compagno di Martino durante la prima parte della campagna di Russia, ricostruiamo le vicende che sono successe prima dell'inizio della scrittura di questo diario.

Martino, dopo la campagna in Albania effettua l'addestramento per la campagna di Russia, tra il marzo e il luglio 1942.
Nel luglio 1942 vengono inseriti nelle compagnie alpine 600 ufficiali di prima nomina, classi 1920 e 1921, studenti universitari arruolati volontari per reintegrare i caduti della campagna albanese, tra i quali Pansini.

Il 27 maggio 1942, insieme agli alpini della divisione Tridentina, ovvero il quinto e il sesto reggimento alpini, sfila a Torino di fronte al re, prima della partenza verso il fronte ucraino, che avviene in treno dalla stazione di Torino Porta Susa il 26 luglio 1942.
Il percorso, fatto in treno, attraversa Austria, Germania e Polonia, attraversando Monaco, Lipsia, Varsavia, Minsk, Gomel.
A Kartzischki Martino e Raffaele attendono due settimane l'arrivo del resto della divisione tridentina. Con una marcia notturna di 48 km arrivano a Rykovo. Ancora qualche giorno di marcia (in media una 30ina di km al giorno) porta il battaglione vestone a Voroscilovgraad, dove tramite trasporto su camion viene portato a Millerovo.
Qui il battaglione viene schierato come eventuale forza di contrattacco in supporto alla Divisione Pasubio, nella zona di Karinoskaja, poi di suppoto al 179° reggimento di fanteria tedesco, impegnato nel contenimento di un attacco russo dal Don. Senza entrare in battaglia viene comandato il rientro a Millerovo, dove Martino può riposare dopo quasi due giorni di veglia ininterrotta, viaggi in camion e preparazione di strutture difensive e di contrattacco.

Il battaglione Vestone viene poi coinvolto nella battaglia di Kotowskji, testa di ponte a occidente del Don, creata dopo giorni di battaglia dall'armata Rossa a causa del crollo della Divisione Sforzesca, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre del 1942.

Dopo aver ricomposto i battaglioni dispersi a causa della battaglia (molti effettivi erano stati dati per dispersi, salvo poi ritornare dopo qualche giorno), il fronte viene lasciato a un reggimento di soldati rumeni, e viene disposto il trasferimento della divisione all'estremità nord del fronte.

Il trasferimento avviene attraverso marce forzate, in media 30 km al giorno, dal primo mattino a mezzogiorno circa, attraversando anche villaggi che sono stati teatro delle battaglie dei giorni precedenti e dove sono anche sepolti molti alpini caduti.

La divisione tridentina si pone quindi sul fianco sinistro del fronte tenuto dall'armata italiana, a contatto con gli ungheresi che occupano il fronte ancora più a nord.
Cominciò quindi la preparazione delle difese, sia per i possibili attacchi dei russi che del famoso "Generale Inverno". L'illusione era che l'inverno potesse passare sostanzialmente mantenendo le posizioni.
E dopo qualche giorno si arriva alla fatidica data dell'inizio dei diari.

domenica 18 novembre 2012

Presentazione

Qualche anno fa, riordinando un vecchio armadio a casa della nonna, è stato trovato qualche blocchetto dall'aspetto sdrucito.
E ne aveva ben donde: erano i diari di mio nonno, Martino Occhi, Tenente (poi Capitano) degli Alpini, nella 53 compagnia Felina, del battaglione Vestone del sesto reggimento alpino, classe 1918.

Si riferiscono a due periodi importanti della seconda guerra mondiale: la ritirata dalla Russia, durante l'inverno degli anni 1942-1943, e la prigionia che è cominciata dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.



Dopo averlo trascritto (il lavoro è stato fatto principalmente da mia zia Emilia e mia sorella Carla, che ringrazio) e averlo conservato e condiviso in maniera più o meno casuale, è nata l'idea di condividerlo in modo più ordinato.

Le motivazioni principali per la scelta della pubblicazione possono essere trovate nella scarsa conoscenza da parte dei giovani rispetto all'esperienza della Seconda Grande Guerra che, nonostante la quantità di libri e di diari già pubblicati (partendo da "Il Sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern, fino a "Se questo è un uomo" di Primo Levi), resta sconosciuta ai più.



Un'altra motivazione si può trovare in questa riflessione, che ho condiviso con Beppe Severgnini in occasione della giornata della memoria di qualche anno fa.



Non solo, ma questo serve a rimarcare ancora una volta quanto la nostra vita sia, non solo il frutto, ma anche completamente diversa dalla vita di un giovane di solo settant'anni fa: ciò che ha "composto" i miei 25 anni è completamente diverso da quello che ha caratterizzato la vita di una generazione di 20-30enni protagonisti del periodo della Seconda Guerra Mondiale, tra cui mio nonno.



Non ho avuto il piacere di conoscere mio nonno, e, una serie di sfortunate coincidenze ha fatto in modo che lui morisse nel giorno in cui mia mamma ha avuto la conferma di essere incinta. Questo diario è stato per me il modo di entrare in contatto una persona che non ho potuto conoscere, di cui molti (se non tutti) mi parlano bene, e mi piace condividere questa conoscenza nella speranza che questo possa allungare la memoria di quei fatti e di quelle persone.

Però non ho voluto seguire le strade "classiche" della pubblicazione di un diario di questo genere, perché secondo me hanno un grosso limite: si rivolgono per forza solo al pubblico degli appassionati, che sono una comunità piuttosto ristretta. Non solo, i costi di pubblicazione limitano per forza di cose la diffusione a un pubblico più ampio e la difficoltà nel reperimento di una ristampa a distanza di anni restringe la disponibilità dell'opera nel tempo.

Quindi la scelta è caduta sulla pubblicazione in formato digitale e in particolare nella forma di questo blog.

La scelta del blog deriva principalmente dalla forma letteraria dell'originale, il diario. Non solo, ma sono pochi i giorni in cui non viene scritto nulla e questo aiuta a mantenere un certo ritmo narrativo e a creare un po' di suspance che non guasta mai.

Il primo diario comincia il 16 dicembre 1942, a pochi giorni dalla decisione di ripiegare dal fronte del Don.

L'idea è di pubblicare i pensieri giorno per giorno, a 70 anni esatti dalla loro scrittura.
Appuntamento quindi al 16 dicembre 2012!