venerdì 6 giugno 2014
6 giugno 1944
Giornata di acqua e freddo. I tedeschi sono nervosissimi, mettono un mucchio di restrizioni, vogliono rubarci anche quel poco che siamo riusciti a sottrarre dalla loro ingordigia. Adunata improvvisa alle ore 14. Ci comunicano che saranno più rigorosi con noi. Non possiamo uscire dalle baracche durante le ore di buio poiché sparano. Dobbiamo consegnare tutti gli oggetti di valore e indumenti civili. Contemporaneamente si sparge la voce di sbarchi nella Francia meridionale, sembra tra Tolone e Marsiglia. Tale voce viene dapprima confermata da una tredicina di ufficiali provenienti da Wessen e poi dai lavoratori soldati nostri presso i contadini tedeschi, Cipani di Maderno sul Garda mi conferma di averlo sentito alla radio. A lui posso credere, così il morale si rialza molto e voci di discussione si intensificano e sono tutt'una nel campo. Tutti diventano ottimisti e anch'io confermo maggiormente la mia idea che per la stagione dell’uva tutto sarà finito. A festeggiamento di tale notizia mi mangio un’abbondantissima minestra densa di riso e patate e orzo di razione. Per la prima volta in nove mesi sento di non poter proprio più mangiare perché non ce ne sta e solo dopo un paio d’ore riesco a mangiare la minestra avanzata.
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